Questione giustizia – Fascicolo 2/2019

ITALIA: FAMIGLIE E INDIVIDUI

2019

Trimestrale promosso da Magistratura democratica
La prima parte della rivista è dedicata al tema “Famiglie e Individui. Il singolo nel nucleo”. Si propone un percorso concettuale e giuridico che “si affranca, dunque, tanto nelle relazioni di coppia che in quelle tra generazioni, non solo dalla visione più remota del contesto familiare (visto come forma di complementarietà domestica, sociale e riproduttiva), ma anche da quella basata sul vincolo biologico e sul preteso paradigma della eterosessualità [… omissis …], introducendo invece un ben diverso metodo di lettura del concetto di “nucleo affettivo e di relazioni”, che esamini in modo completo non solo il rapporto tra la libertà e l’autorità, ma anche tra diritto e vita, in una prospettiva di graduale denaturalizzazione del concetto di nucleo affettivo, che al legame biologico sostituisca l’intensità, la volontarietà e la qualità delle relazioni affettive come esperienza di vita dei singoli a cui dare massimo rilievo e protezione giuridica.” (dall’Introduzione di Stefano Celentano).
Chiara Saraceno si interroga “sui processi di soggettivazione e sulle cause storiche che, impedendo la parità tra famiglie “di fatto” e “di diritto”, sottraggono dignità alla relazione genitori-figli, negando – soprattutto a questi ultimi – il diritto alla piena realizzazione come persona umana”
Angelo Schillaci rilegge criticamente alcuni concetti e istituti tipici del diritto delle relazioni familiari, rilevando come, all’emersione di nuove istanze di riconoscimento, consegua una profonda rielaborazione degli equilibri tra diritto e vita e, di conseguenza, degli stessi istituti giuridici considerati. 
Cecilia d’Elia discute gli effetti paradossali che può avere il richiamo alla “parità” nelle proposte di riforma dell’affido condiviso come nel dibattito sull’assegno divorzile. Infatti, “la parità tra coniugi «non si nega e non si afferma soltanto mediante norme relative ai rapporti familiari», ma ha a che fare con il modo in cui è organizzato il mercato del lavoro ed è strutturato il sistema di welfare.
Laura Tomasi esamina la giurisprudenza della Corte europea dei diritti umani formatasi sugli artt. 8, 12 e 14 Cedu, per verificare il grado di riconoscimento, nel sistema della Cedu, dell’odierno pluralismo dei modelli familiari. Conclude che se “formalmente, la Corte non fa che garantire che scelte già compiute dagli Stati siano coerenti con i principi di non discriminazione ed esercizio effettivo dei diritti  garantiti; sostanzialmente, essa tutela diritti non originariamente inclusi nella sfera di protezione della Cedu, così realizzando un meccanismo pretorio di adeguamento del testo convenzionale alla mutata realtà sociale e giuridica.”
Gianpaolo Maria Ruotolo esamina il diritto internazionale privato italiano delle “nuove” famiglie nel contesto europeo. Se anche vi è una certa resistenza nei confronti di nuove forme di famiglia, molte delle norme di conflitto recentemente introdotte appaiono «compatibili con i principi e i valori  internazionali, in  particolare, col principio di non discriminazione, specie per il fatto di utilizzare spesso, con riferimento alla disciplina internazionalprivatistica delle “nuove” famiglie, i medesimi criteri di collegamento previsti per situazioni “tradizionali”».
Seguono articoli che interrogano la legge italiana sull’adozione speciale, la maternità surrogata, il “preminente interesse del minore”, l’adozione da parte di coppie di fatto e persone singole. Non manca il punto di vista della psicologia su famiglie, genitorialità, omogenitorialità. Altri articoli sono dedicati alla maternità reclusa (maternità in carcere), la giurisprudenza italiana in materia di mantenimento e ricongiungimenti familiari e “un’analisi dell’ordinamento italiano che interroghi la dimensione giuridica dell’autonomia procreativa delle donne e delle diseguaglianze  di fatto esistenti tra i generi nella riproduzione sociale”.
Accesso diretto alla rivista (questionegiustizia.it)